Un festeggiamento molto particolare quello di questa Pasqua 2020.
Saremo soli eppure circondati dell’amore delle persone più care. A casa, forse un po’ annoiati, sicuramente preoccupati per il futuro. Noi, che ci occupiamo di ristorazione, e quindi condivisione, viviamo queste giornate con particolare dispiacere.
I luoghi pubblici sono quelli che hanno sofferto di più durante l’emergenza Covid19.
Essere costretti ad abbassare la serranda dei nostri punti vendita, non avendolo mai fatto prima, è stata un esperienza davvero intensa. Ma è stato un gesto che abbiamo sentito necessario, e non imposto dall’alto. Perché la priorità è subito stata quella di proteggere la salute dei nostri clienti e dei nostri dipendenti.
Eppure vi abbiamo sentiti vicini: chi ci ha mandato una foto del proprio toast preparato a casa, per nostalgia, chi ha ordinato una centrifuga d’asporto, facendo uso del nostro servizio delivery.
Soprattutto abbiamo ritenuto necessario raccogliere le forze e rivolgere tutte le nostre attenzioni a chi – anche in emergenza – non ha potuto rimanere a casa. Operatori di strutture sanitarie e forze dell’ordine, costretti dal proprio ruolo istituzionale e civile a sorvegliare su questo paese, anche nella più critica delle situazioni. Senza mai far percepire a noi il peso di questo dovere professionale. Si sono anzi mostrati comprensivi, nei confronti delle nostre debolezze e ingenuità.
Questa Primavera, quasi a ricordarci che il pianeta e la natura corrono e compiono il proprio corso, a prescindere dalle nostre preoccupazioni, è esplosa più fiorita e soleggiata che mai. Ed è proprio al pianeta, la nostra vera casa, che dedichiamo questa Pasqua.
Due sono i messaggi tanto riverberati in queste ore:
1) #andràtuttobene
Sì, andrà tutto bene. Perché la sofferenza e l’isolamento renderanno solo più fragorosa e straordinaria la voglia di ricominciare e tornare alla nostra voglia di comunità;
2) #iorestoacasa.
E questo è il messaggio che – partito come esortazione al distanziamento sociale e alla riduzione dei contatti con altri individui, per ridurre l’avanzamento del contagio – è diventato un messaggio molto più simbolico. Io persona, io individuo, io essere umano, anche nell’ora più buia, resto a casa. Perché il pianeta è la mia casa. E io devo sopravvivere, insieme alla mia famiglia, ai miei cari. Per rimanere in questa casa che si chiama “pianeta”, devo rispettare le regole del mio paese, della convivenza con gli altri esseri umani e soprattutto le regole della natura, a me superiore e necessaria, cercando di ridurre al minimo l’impatto delle mie azioni.
Il pianeta rimane la mia unica casa, e per questo devo proteggerla.
Buona Pasqua a tutti. Vi aspettiamo, con pazienza, in Toasteria Italiana.